Discorso sulla vacuità nel vero senso della parola
Questo è ciò che ho udito una volta che il Buddha risiedeva presso il popolo dei Kuru, nel villaggio di Kalmasadamya. L’Onorato dal Mondo si rivolse ai monaci dicendo: “Vi offrirò ora l’insegnamento che è buono all’inizio, buono nel mezzo e buono alla fine; che è buono nel significato e buono nel sapore, puro e omogeneo; l’insegnamento che vi aiuterà a condurre bene la vita pura e nobile del monaco. È l’insegnamento sulla vacuità nel vero senso della parola; vi invito ad ascoltarlo e a riflettere con cura su di esso.
Che cosa significa ‘l’insegnamento sulla vacuità nel vero senso della parola’? Monaci, l’occhio quando si manifesta non viene da nessuna parte e quando perisce non va da nessuna parte. Per questo l’occhio non si manifesta come entità reale; e una volta manifestato, perisce. C’è l’azione, c’è il risultato dell’azione, ma non c’è chi agisce. Un aggregato, disintegrandosi, dà origine a un altro aggregato; si possono considerare i fenomeni null’altro che mere designazioni. Lo stesso vale per l’orecchio, il naso, la lingua, il corpo e la coscienza: ogni cosa andrebbe considerata una mera designazione.
Che cosa significa ‘mera designazione’? Significa: ‘Essendoci questo, c’è quello; al sorgere di questo, sorge quello, come nei dodici anelli della catena dell’originazione interdipendente. Dal sorgere dell’ignoranza sorgono le formazioni, dal sorgere delle formazioni sorge la coscienza, e così via fino al sorgere dell’intera massa della sofferenza’. Significa anche: ‘Non essendoci questo, non c’è quello; poiché questo è cessato, quello non sorge più, come avviene nei dodici anelli della catena dell’originazione interdipendente. La cessazione dell’ignoranza conduce alla cessazione delle formazioni, la cessazione delle formazioni conduce alla cessazione della coscienza, e così via fino alla cessazione dell’intera massa della sofferenza’. Ecco, monaci, quello che viene detto ‘Insegnamento sulla vacuità nel vero senso della parola”.
Così parlò l’Onorato dal Mondo. I monaci ne furono entusiasti e misero in pratica con gioia l’insegnamento.
Samyukta Agama, 335