Condanna

by Thich Nhat HanhDecember 17, 2021


Ascolta:

ieri sei vietcong attraversarono il mio villaggio,

e perciò il villaggio è stato bombardato.

Sono stati uccisi tutti.

Tornato al villaggio il giorno dopo,

non c’erano che nuvole di polvere –

la pagoda senza tetto né altare,

solo le fondamenta delle case,

i boschetti di bambù carbonizzati.


Qui alla presenza delle imperturbate stelle,

all’invisibile presenza di tutti i sopravvissuti sulla Terra,

lascia che alzi la voce per denunciare questa spaventosa guerra,

questo assassinio di fratelli per mano dei fratelli!


Chiunque mi ascolti, sia mio testimone:

non posso accettare questa guerra.

Non ho mai potuto, non lo farò mai.

Lo devo dire centinaia di volte prima di essere ucciso.


Sono come l’uccello che muore per amore della sua compagna,

perdendo sangue dal becco spezzato e urlando:

“Attenta! Voltati e affronta i tuoi veri nemici –

l’ambizione, la violenza, l’odio e l’avidità.”


Non sono gli uomini i nostri nemici, nemmeno i cosiddetti “vietcong”.

Se uccidiamo i nostri fratelli e sorelle, cosa ci resterà?

Con chi vivremo?



Questa poesia contro la guerra fu scritta nel 1964 e pubblicata nel settimanale buddhista Hai Trieu Am (Il suono della marea crescente), con una tiratura di 50000 copie. Mi sono guadagnato il titolo di “poeta antiguerra” e sono stato denunciato per propaganda filo-comunista. La canzone “Il nostro nemico” (Ke Thu Ta), scritta da Pham Duy, è stata creata sugli ultimi tre versi di questa poesia:

Il nostro nemico veste i colori dell’ideologia.

Il nostro nemico indossa l’etichetta della libertà.

Il nostro nemico ha un’aria di superiorità.

Il nostro nemico ha un canestro pieno di parole.

Il nostro nemico non sono gli uomini.

Se uccidessimo gli uomini, con chi vivremmo?


Raccolta di poesie di Thich Nhat Hanh "Chiamami con i miei veri nomi"

Traduzione di Chandra Livia Candiani