Ecco le mie mani

by Thich Nhat HanhDecember 17, 2021


Ecco le mie mani.

Lascia che ancora te le offra,

ma prego

che non vengano di nuovo stritolate.


Ho fatto ritorno,

docile, arreso,

senza rancore per questa profonda sofferenza.

Ero nato

sotto la tua stella.

Ero nato per te.

Ero nato

per vivere diecimila vite

col cuore di bambino.


Ecco le mie mani

che sono anche il mio cuore, la mia mente,

la mia vita –

tutto quello che mi resta.

Il loro unico potere è

aver sanguinato

sulle pene d’amore.


Ecco le mie mani.

Lascia che te le offra di nuovo.
Ricorda,

la Madre ci ha insegnato ad amare

l’erba appassita sulle tombe

come pure,

le rose in boccio.


Per esse,

come per tutto,

l’amore è

immacolata rugiada del mattino.


Ecco le mie mani.

A capo chino, te le porgo.

Guarda, le vecchie ferite devono ancora guarire.

Il sangue è tuttora fresco,

e sulla punta delle dita,

la tua anima può riposare,

come la rugiada riposa,

luccicando

sui tremanti fili d’erba.


Ecco le mie mani,

ancora una volta rinate

ma ancora coperte di vecchie ferite.

Ed ecco il mio sorriso

perché non ho mai odiato.

Ecco il mio cuore,

il mio cuore puro

del tempo passato.


Ecco le mie mani,

tornano a te

ancora ferite sotto le bende.

Prego

che non vengano di nuovo stritolate.

E imploro

le stelle

di farmi da testimoni.



Questa poesia va insieme alla breve storia “Il ragazzo candido”, non ancora tradotta in inglese.


Raccolta di poesie di Thich Nhat Hanh "Chiamami con i miei veri nomi"

Traduzione di Chandra Livia Candiani