Il sole del futuro
Seduto in un’umida trincea
tutto un pomeriggio,
abbasso la pistola
e aspetto Victor,
Victor Charlie,
il vietcong dalla pelle gialla.
Com’è triste il verso della scimmia
su queste montagne asiatiche.
Com’è triste questo paese che ha nome Vietnam.
In cosa sono diverse queste foreste e montagne
dalle foreste e montagne dell’Africa?
La mia pistola, che latra e sputa fuoco,
ha gli occhi di Victor Charlie –
i suoi occhi,
che la pelle sia nera o gialla,
cosa dicono gli occhi? –
i suoi occhi, il dolore dell’Asia.
Non so dove ho ascoltato un poeta
esprimere il dolore dell’Africa.
Non importa se fosse nero o bianco.
Perché devo odiarti,
Victor Charlie?
Il nostro denaro circola in Vietnam
mentre i miei poveri, neri fratelli
sopportano il peso del razzismo e della discriminazione.
Detroit, Selma, Chicago, Birmingham, Watts
sono già coinvolti nella guerra.
I miei fratelli e sorelle hanno cominciato a lasciare
la terra della sofferenza.
Abbiamo preso posizione –
quaranta miliardi di dollari
per la guerra nel 1967.
Tre milioni di dollari
per ogni ora di guerra –
mia moglie e i miei figli a Chicago,
ancora intrappolati nella rete della povertà.
Due miliardi di dollari per ogni mese di guerra,
più della somma annuale per aiutare i poveri
nel nostro paese, la grande America.
Per sostenere mezzo milione di famiglie di immigrati,
l’educazione,
i programmi per l’infanzia,
la casa,
e la salute,
per raccogliere la somma annuale per tutto questo,
basta fermare la guerra per sole otto ore.
Perché siamo in Vietnam,
nelle foreste e montagne dell’Asia?
Victor Charlie,
quando abbiamo piantato il primo seme dell’odio e della rabbia?
Non è questo che ci spettava!
Ci hanno nascosto la verità.
Non ci hanno parlato dei confini.
Il sole del futuro
è celato
dietro le foreste e le montagne.
Ai piedi del continente asiatico,
la Terra trema.
E trema anche
sotto il continente africano.
Scritta nel 1967
Raccolta di poesie di Thich Nhat Hanh "Chiamami con i miei veri nomi"
Traduzione di Chandra Livia Candiani