La solitaria torre di guardia
Alta
in cima
al tacco a spillo
della scarpa della donna di piacere,
costruisci la tua torre di guardia –
le tue feritoie aperte
sui malandati tetti di paglia;
le tue feritoie aperte
sui giardini avvizziti
e le risaie distrutte,
dove di notte
le nostre anime ritornano
e danzano
in silenzio.
A mezzogiorno,
lanci le scatolette di sardine vuote,
le lattine di birra vuote,
le bottiglie di Coca Cola vuote,
i mozziconi di sigaretta.
Al pomeriggio,
punti le canne nere della pistola
al corpo,
il misero corpo,
della nostra patria.
E quando scende la sera,
scacci la solitudine
sparando razzi
nell’aria.
Anche la più minuscola formica sul tetto di paglia
trema di paura.
Sei sempre in cerca
di un nemico.
Ma il nemico è qui
e governa il tuo universo,
regna in te
ed è ovunque.
Lì, nel tuo cuore,
il nemico aspetta
come un esplosivo
il suo momento.
Alta
sulla cima
del tacco a spillo
della scarpa della donna di piacere,
costruisci la tua torre di guardia.
Ma verrà il giorno
che,
una per una e a milioni,
le lacrime del nostro popolo
si incontreranno e mescoleranno,
e i rivoli diventeranno stagni, ruscelli, fiumi.
I fiumi scorreranno
e scorreranno,
cresceranno e cresceranno,
finché un’ondata di lacrime
laverà via
il rossetto e la cipria della donna di piacere,
e il tuo oro, il tuo argento,
il tuo potere.
L’alluvione di lacrime
laverà via
la tua spazzatura,
i tuoi cascami,
il tuo ciarpame.
Scritta nel 1966.
Raccolta di poesie di Thich Nhat Hanh "Chiamami con i miei veri nomi"
Traduzione di Chandra Livia Candiani