Discorso sugli insegnamenti al malato

by Thich Nhat HanhNovember 26, 2021

Ho udito queste parole del Buddha una volta che il Signore dimorava nel monastero del boschetto di Jeta nel parco di Anathapìndika, vicino a Shràvasti. A quel tempo il capofamiglia Anathapìndika era gravemente malato. Quando il Venerabile Shariputra ne fu informato, andò immediatamente a cercare Ananda e gli disse: “Fratello Ananda, andiamo a far visita al laico Anathapìndika”. Il Venerabile Ananda rispose: “Sì, andiamo subito”.

Il Venerabile Ananda indossò la veste, prese la ciotola e col Venerabile Shariputra si recò nella città di Shràvasti per la questua. Ananda camminava dietro a Shariputra; i due monaci si fermavano a ogni casa, finché giunsero a quella del laico Anathapìndika ed entrarono a fargli visita. Dopo essersi seduto, il Venerabile Shariputra chiese al laico Anathapìndika: “Come va la malattia? Sta migliorando o peggiorando? Il dolore fisico si allevia un po’, o va aumentando?”. Il capofamiglia Anathapìndika rispose: “Venerabili monaci, non mi sembra migliorare. Il dolore fisico non si allevia, anzi si acuisce sempre più”. Shariputra disse: “Amico Anathapìndika, ora è tempo di praticare la meditazione sui Tre Gioielli: il Buddha, il Dharma e il Sangha.

Il Buddha è andato nella realtà assoluta, è pienamente e realmente risvegliato; ha perfezionato la comprensione e l’azione, è arrivato alla vera felicità, comprende la natura del mondo ed è senza pari nella comprensione; ha vinto le afflizioni degli esseri umani, è maestro di uomini e dèi, è il Risvegliato, colui che libera il mondo.

Il Dharma è l’insegnamento esposto dal Tathāgata. È profondo e amorevole, degno del massimo rispetto e preziosissimo. È un insegnamento che non si può paragonare ai normali insegnamenti. È un sentiero di pratica per persone virtuose.

Il Sangha è la comunità di pratica guidata dagli insegnamenti del Risvegliato, che vive in armonia e nella quale si possono realizzare tutti gli aspetti della pratica. Questa comunità è rispettata e preziosa, pratica i precetti e realizza concentrazione, comprensione risvegliata e liberazione. Le offerte fatte al Sangha portano grande beneficio.

Amico Anathapìndika, se così mediti sul Buddha, sul Dharma e sul Sangha, gli effetti benefici saranno incommensurabili. Meditando in questo modo, puoi distruggere gli ostacoli delle azioni sbagliate e delle afflizioni. Puoi cogliere un frutto fresco e dolce come il nettare della compassione. Un uomo o una donna che praticano un retto stile di vita, che sanno meditare sui Tre Gioielli, non rischieranno di cadere nei tre regni inferiori, ma rinasceranno come esseri umani o come dèi.

Amico Anathapìndika, ora è tempo di praticare la meditazione sulle Sei Basi dei Sensi:

Questi occhi non sono me. Non sono catturato da questi occhi.

Queste orecchie non sono me. Non sono catturato da queste orecchie.

Questo naso non è me. Non sono catturato da questo naso.

Questa lingua non è me. Non sono catturato da questa lingua.

Questo corpo non è me. Non sono catturato da questo corpo.

Questa mente non è me. Non sono catturato da questa mente.

Ora continua la tua meditazione sui Sei Oggetti della Percezione Sensoriale :

Queste forme non sono me. Non sono catturato da queste forme.

Questi suoni non sono me. Non sono catturato da questi suoni.

Questi odori non sono me. Non sono catturato da questi odori.

Questi sapori non sono me. Non sono catturato da questi sapori.

Questi contatti corporei non sono me. Non sono catturato da questi contatti corporei.

Questi pensieri non sono me. Non sono catturato da questi pensieri.

Ora continua la tua meditazione sulle Sei Coscienze Sensoriali: La vista non è me. Non sono catturato dalla vista.

L’udito non è me. Non sono catturato dall’udito.

La coscienza basata sul naso non è me. Non sono catturato dalla coscienza basata sul naso.

La coscienza basata sulla lingua non è me. Non sono catturato dalla coscienza basata sulla lingua.

La coscienza basata sul corpo non è me. Non sono catturato dalla coscienza basata sul corpo.

La coscienza basata sulla mente non è me. Non sono catturato dalla coscienza basata sulla mente.

Ora continua la tua meditazione sui Sei Elementi:

L’elemento terra non è me. Non sono prigioniero dell’elemento terra.

L’elemento acqua non è me. Non sono prigioniero dell’elemento acqua.

L’elemento fuoco non è me. Non sono prigioniero dell’elemento fuoco.

L’elemento aria non è me. Non sono prigioniero dell’elemento aria.

L’elemento spazio non è me. Non sono prigioniero dell’elemento spazio.

L’elemento coscienza non è me. Non sono prigioniero dell’elemento coscienza.

Ora continua la tua meditazione sui Cinque Aggregati:

La forma non è me. Non sono limitato dall’aggregato “forma”.

Le sensazioni non sono me. Non sono limitato dall’aggregato “sensazioni”.

Le percezioni non sono me. Non sono limitato dall’aggregato “percezioni”.

Le formazioni mentali non sono me. Non sono limitato dall’aggregato “formazioni mentali”.

La coscienza non è me. Non sono limitato dall’aggregato “coscienza”.

Ora continua la tua meditazione sui Tre Tempi:

Il passato non è me. Non sono limitato dal passato. Il presente non è me. Non sono limitato dal presente. Il futuro non è me. Non sono limitato dal futuro.

Amico Anathapìndika, tutto ciò che viene in essere è dovuto a cause e condizioni. Tutto ciò che è, per sua natura non nasce e non muore, non arriva e non va via. Quando gli occhi si manifestano, si manifestano ma non vengono da alcun luogo. Quando gli occhi cessano di esistere, cessano di esistere ma non vanno in alcun luogo. Gli occhi non sono inesistenti prima di manifestarsi né sono esistenti dopo essersi manifestati. Tutto ciò che è, viene in essere per una combinazione di cause e condizioni. Quando le cause e le condizioni sono sufficienti, gli occhi sono presenti; quando le cause e le condizioni non sono sufficienti, gli occhi sono assenti. È lo stesso per le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e la mente; la forma, il suono, l’odore, il sapore, il tatto e il pensiero; la vista, l’udito e le coscienze sensoriali dell’olfatto, del gusto, del tatto e della mente; i Sei Elementi, i Cinque Aggregati e i Tre Tempi.

Nei Cinque Aggregati non c’è niente che possiamo definire “io”, “persona” o “anima”. L’ignoranza è l’incapacità di capire questa verità. Poiché c’è ignoranza ci sono impulsi erronei. Poiché ci sono impulsi erronei c’è una coscienza erronea. Poiché c’è una coscienza erronea, c’è distinzione fra chi percepisce e quanto viene percepito. Poiché c’è distinzione fra chi percepisce e quanto viene percepito, c’è distinzione fra i sei organi e i sei oggetti della percezione sensoriale. Poiché c’è distinzione fra i sei organi e i sei oggetti di senso, c’è contatto. Poiché c’è contatto, c’è sensazione. Poiché c’è sensazione, c’è brama. Poiché c’è brama, c’è attaccamento. Poiché c’è attaccamento, c’è divenire. A causa del divenire ci sono nascita e morte e, di conseguenza, dolori e afflizioni.

Amico Anathapìndika, hai meditato sul fatto che tutto ciò che si manifesta è dovuto a cause e condizioni ed è privo di un sé separato. Questa si chiama ‘meditazione sulla vacuità’ ed è la somma meditazione, la più profonda”.

Praticando così, a quel punto il laico Anathapìndika si mise a piangere. Il Venerabile Ananda gli chiese: “Amico, perché piangi? La tua meditazione è stata forse poco efficace? Hai qualche rammarico?”. Il laico Anathapìndika rispose: “V enerabile Ananda, non provo alcun rammarico. La meditazione è stata estremamente efficace. Piango perché sono profondamente commosso: sono stato così fortunato da poter servire il Buddha e la sua comunità per molti anni, tuttavia non avevo mai sentito un insegnamento splendido e prezioso come quello che oggi mi ha trasmesso il Venerabile Shariputra”.

Il Venerabile Ananda disse al laico Anathapìndika: “Non sai, amico mio, che il Buddha offre spesso questo insegnamento ai monaci e alle monache?”. Il laico Anathapìndika replicò: “Venerabile Ananda, ti prego, dì al Buddha che ci sono anche laici che hanno la capacità di ascoltare, comprendere e mettere in pratica questi insegnamenti profondi e meravigliosi”.

Dopo aver ascoltato le istruzioni di Shariputra e aver meditato seguendole, Anathapìndika si sentì libero e a proprio agio. I Venerabili Shariputra e Ananda lo salutarono e tornarono al monastero. Anathapìndika morì e poi rinacque nel trentatreesimo paradiso.



Ekottara Agama 51. 8 (Confrontato con Majjhima Nikaya 143 e Madhyama Agama 26)